Viva Dante!

A 700 anni dalla morte ci prepariamo a celebrare Dante Alighieri in pompa magna, a dispetto del momento, con una serie di iniziative in tutta l’Emilia Romagna.
Come nelle migliori tradizioni, si fa a gara per ottenere il primato di città dantesca.
Ravenna o Forlì?
Ognuna ha le sue ragioni, anche perché Dante passò il suo esilio tanto nelle terre degli Ordelaffi, signori di Forlì, quanto in quelle dei da Polenta, tiranni di Ravenna.
Sicuramente il Sommo Poeta lasciò segni, gelosamente custoditi dai tempi in cui i frati francescani nascosero le sue ossa, per impedire a Firenze di riportarsele a casa (non me ne vogliano i fiorentini, ma quello, lasciatemelo dire, fu un colpo di genio).
Eventi a parte, anche le nobili penne si sprecano a riguardo del VII centenario, non ultimo il professor Alessandro Barbero, che, con la sua proverbiale eloquenza da social divulgatore, riesce a far sembrare anche Dante, come dire, uno di noi.
E mentre le librerie allestiscono le vetrine con il meglio del meglio della saggistica dantesca, musei e istituzioni si mobilitano in gran spolvero, per omaggiare uno dei padri della patria, ovvero, padre della lingua italiana.
Si aprono le danze, per modo di dire, il 25 marzo, istituito ufficialmente nel 2020 da Palazzo Chigi come il Dantedì e annunciato in una conferenza stampa del ministro Franceschini lo scorso 9 marzo.
Sappiamo, almeno a detta degli storici, che il viaggio ultraterreno raccontato nella Divina Commedia vide la luce proprio il 25 marzo. Ma dove ebbe inizio? Qui si scatenano i campanilismi italiani, che vogliono sia stato scritto a Verona, a Ravenna, o chissà dove. Nel dubbio, consiglio di seguire la kermesse di eventi che include oltre cento manifestazioni e della quale potrete trovare i programmi su 700 Dante, Viva Dante  e Dante a Verona.
Da oltre 15 anni la città di Forlì si distingue per esposizioni artistiche di altissima qualità, allestite nel complesso museale di San Domenico. Quest’anno non poteva non prendere parte ai grandi festeggiamenti in onore dell’Alighieri, con una mostra evento dal titolo: Dante la visione dell’arte  (visitabile – previa riapertura dei musei – dal 1 aprile all’11 luglio 2021).
Questa volta il connubio direttivo sarà tra Gianfranco Brunelli, direttore grandi mostre della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, e Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi; ai professori Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca va invece la curatela del progetto, che include oltre 300 opere su Dante e la Commedia, negli anni che vanno dal Duecento al Novecento. Fondamentale il grande ritorno di Dante in epoca romantica e, soprattutto, risorgimentale, come simbolo dell’Italia da poco unita.
Dunque un duplice viaggio, quello di Dante e quello delle celebrazioni a lui dedicate, dagli Appennini al mar Adriatico; una sorta di via degli Dei che parte da Firenze, città natale, e si conclude in terra ravegnana, dove il poeta tuttora riposa. E pace fu, tra il Granducato e la Romagna. Sperando che, proprio grazie a Dante, anche noi, presto, potremo uscire a riveder le stelle.

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