I Rituali di Pasqua nella Sancta Jerusalem Bononiensis

Bologna_Santo_StefanoAnche Pasqua è passata e come sempre è stata un’ottima occasione per poter visitare il Santo Sepolcro bolognese che, solo in questa occasione, è possibile visionare dall’interno.

Di cosa si tratta?

La Sancta Jerusalem Bononiensis corrisponde al nucleo originario del complesso delle sette chiese dedicato a Santo Stefano protomartire, la cui costruzione si fa risalire ad un intervento di salvataggio della civitas rupta da parte del Vescovo Petronio nel V secolo d.C.. Giunto dalla Terra Santa, sul luogo dove in precedenza era stato finanziato da una matrona bolognese un tempio di culto pagano dedicato alla dea Iside Vincitrice, Petronio decide di realizzare una copia a dimensioni dimezzate del Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme, trasformando così le macerie dell’antica Bononia, distrutta dall’abbandono romano e dai passaggi di popolazioni barbare, in una stazione di pellegrinaggio. Una geniale operazione di marketing, diremmo noi oggi, che ha reso questo luogo carico di mistero e teatro di rituali suggestivi, come la processione durante la quale i cavalieri templari, guardiani del tempio bolognese, accompagnavano una donna dal capo coperto da un velo nero all’interno del santo sepolcro che, uscendo, annunciava la resurrezione di Cristo. Oggi è possibile, come citato all’inizio, poter entrare nel sepolcro solo in periodo pasquale: all’interno sono tuttora conservati due sarcofagi probabilmente di origine romana e riutilizzati dal cimitero che era stato realizzato nella stessa zona e sul quale è stata poi eretta la chiesa dei Santi Vitale e Agricola. Uno è sempre stato vuoto, come simbolo della Resurrezione, l’altro conteneva le spoglie di San Petronio, oggi all’interno della chiesa a lui dedicata, in Piazza Maggiore.

Un altro rituale ben più insolito e misterioso caratterizza questo luogo sacro: pare infatti, che fino agli anni Settanta circa del Novecento, Santo Stefano fosse conosciuta anche come la chiesa delle prostitute, alle quali la mattina di Pasqua era concesso recitare una preghiera in ginocchio davanti al Santo Sepolcro, a simboleggiare Maria di Magdala. Quella preghiera della quale solo loro conoscevano il contenuto, purtroppo, è andata perduta. Magari esiste ancora qualcuno che ne è a conoscenza, forse il gatto che vive nel complesso lo sa, ma credo se ne guardi bene dal rivelarlo…

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