Pasqua a Londra

butterworthcharityIl termine inglese per Pasqua è Easter, una parola le cui radici si ritrovano in altre lingue germaniche, e che deriva dall’antico sassone. Da quello che ci ha lasciato scritto il monaco inglese Beda il Venerabile (673-735), la parola Easter deriva dal nome della dea anglosassone Ēostre, associata alla fertilità ed alla primavera, e venerata nel mese di aprile.
Eostur-monath, cosi si chiamava  il mese dedicato a questa divinità, in onore della quale si celebravano delle feste e si facevano offerte.
L’animale totem della dea, era la lepre, che, nel folklore inglese, finì per essere associata alla festa cristiana della Pasqua. Ancora nel XVII secolo, era tradizione andare a caccia di una lepre il venerdì Santo.
Ai nostri giorni, si usa ancora mangiare dei panini pasquali, il giorno del venerdì Santo.
Questi panini, chiamati Hot Cross Buns, sono di origine antica ed sarebbero stati un tempo offerti alla dea Ēostre.
La croce di zucchero un tempo rappresentava i quattro trimestri dell’anno o i quattro quarti di luna (altro elemento associato alla fertilità ed alla dea).
Pani divisi in quattro da una croce esistevano anche nel mondo pagano greco e romano, dato che le forme così contrassegnate, consentivano ai commensali di dividerle facilmente in quattro pezzi. Successivamente, il simbolo della croce fu associato a quello cristiano. Così, anche s gli Hot Cross Buns si trovano al supermercato tutto l’anno, l’antica tradizione rivive a Pasqua.
Nel cuore della City, la mattina del Venerdì Santo, una piccola moltitudine di fedeli e curiosi si riunisce intorno ad una tomba orizzontale, nel sagrato della chiesa di San Bartholomew the Great, per ricevere dal prelato, dopo gli inni, il sermone e la benedizione, gli hot cross buns, tagliati a metà e imburrati. Questa tradizione risale al 1887, quando l’editore legale Joshua Butterworth creò un’istituzione senza fini di lucro, The Butterworth Charity, stabilendo, per il Venerdì Santo di ogni anno, la distribuzione di denaro (circa 20 pence odierni) a ventuno vedove povere, e di panini dolci ai bambini della parrocchia.

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